PAUSA PERICOLOSA.
Terminata la prima giornata, visto il massacrante ritmo e considerata la posta in palio, il CT ci consiglia di andare a riposarci fino all'ora di cena, perchè domani ci sono ancora 6 ore di gara. Stanco morto e ancora con la testa nella gara entro in camera a luci spente e nel cercare di aprire la tenda, urto con la punta del piede su alcune aste di fucile appoggiate nell’angolo della stanza. Con il piede ho colpito la base di un’asta tahitiana e di conseguenza la punta dell’asta si è subito inclinata verso di me. Morale, nel riflesso di prendere l’oggetto con le mani, mi ritrovo la punta dell’asta nell’occhio destro. Ho poco dolore, ma ho sentito un rumore simile ad un palloncino pieno di acqua che viene bucato da un chiodo. In camera è buio e non ho il coraggio di aprire l’occhio, anche se spero di avere toccato solo il sacco lacrimale. Sento un liquido caldo sgorgare nella mano appoggiata all’occhio ferito e il mondo mi crolla addosso. Mi avvicino al bagno e accendo la luce tenendo l’occhio sano aperto e l'altro coperto. Con il cuore in gola, sposto lentamente la mano con il pensiero che potrei non vedere niente, invece ci vedo ma offuscato. Mi sono serviti una decina di eterni secondi prima di capire che vedo male a causa del liquido misto a sangue, poi una volta sciacquato il viso mi rendo conto con enorme sollievo che vedo bene e la ferita è accanto all’occhio ma non ha colpito punti cruciali. Ripresa coscienza della situazione, il primo pensiero è quello di andare a chiedere aiuto. In poco tempo MAURIZIO SCHIAVON il dottore Federale che è con noi, mi presta le prime cure e s’informa su dove possiamo andare per un intervento più accurato. In Hotel ci consigliano la grande azienda Americana che ha un pronto soccorso al suo interno. Si dimostrano molto efficienti. Mi hanno appena fatto una accurata visita escludendo danni importanti, poi con qualche punto di sutura mi dimettono. Gli chiedo se posso entrare in acqua il giorno dopo e mi aspetto il classico divieto, invece mi applicano allo scopo un cerotto spry molto potente che come una colla si plasma intorno all’occhio e si solidifica in un attimo. Il CT e il Dottore però prefericono farmi desistere dalla gara. C’è anche il rischio di un calo di concentrazione e di prestazione, ma io mi sento che posso farcela dato che non mi arrendo mai, quindi assicuro tutti che sto bene e che vorrei fare la gara anche perchè ho una nuova tattica. Farmi gareggiare è un rischio, ma tutti i miei compagni e il CT sanno che sono uno che non si lancia in qualcosa di impossibile. Alla fine la decisione è presa. Si vede cosa succede fino a domani mattina e poi si deciderà subito prima della gara. In questo caso anche la riserva si deve preparare a subentrare. Capisco lo stato d'animo di chi mi deve sostituire se non ce la farò, perchè subentrare così all'improvviso è sempre difficile.
Continua con: “SECONDO GIORNO DI GARA”
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