UN ALTALENA DI EMOZIONI

CAMPIONATO ITALIANO ASSOLUTO DI PESCA IN APNEA, MARSALA 1991.

Parte 8

Racconti tratti dal diario agonistico di Marco Bardi.

IL TEMPO STRINGE

altalena emozioni 8

Facciamo il punto della situazione, perché in questa zona non ho altri segnali da visitare e nonostante il motore difettoso e il poco tempo a disposizione, non posso fare altro che avviarmi verso sud dove volevo inizialmente partire. Pertanto il primo ostacolo è superato, la decisione è presa, adesso c’è da armarsi di tanta pazienza che in questi momenti pesa come un macigno. Lungo il tragitto il primo punto che incontrerò sono due lastroni dove ho segnato qualche sarago. Non mi costa niente farci una visita tanto è proprio su strada, ma non sono convinto. Mi gioco il Campionato e anche il minimo errore può costare la vittoria, sono indeciso perché mi gioco minuti preziosi, ma è altrettanto possibile che uno o due saraghi potrebbero essere determinanti per la vittoria. Arrivo sui due lastroni che non ho ancora deciso, per cui ascolto quello che mi dice il mio assistente: Vai a vedere, qualcosa prendi di sicuro e poi potrebbe esserci la sorpresa! Scendo e catturo 3 saraghi con 3 immersioni, ma mi rimane il dubbio se ho fatto bene perché quelle tre immersioni potrebbero avermi fatto consumare minuti preziosi per la cattura di una grossa cernia. Subito dopo mi sposto subito verso il limite sud mentre penso chissà come andrà a finire? Mi è sempre piaciuto il brivido e la difficoltà, ho sempre detestato vincere facile anche quando giocavo a carte da bambino e mi facevano vincere. Il bello dell’agonismo è proprio l’altalena di emozioni che scaturiscono da ogni sfida e sono emozioni che ti ripagano dei tanti sacrifici, ma anche tensioni emotive che molte persone non amano. Sono cruente e forti ma io le amo, sono adrenalina pura. Ad intervalli regolari guardo l’orologio ed il tempo passa inesorabile. Un gommone veloce si avvicina con il CT Gianfranco Giannini che segue la gara. Si Affianca e gli racconto del problema al motore e dei pesci catturati mentre continuo la mia lenta navigazione. Lui con un gran sorriso mi dice, l’unico tuo rivale è Bellani è messo bene, ma al momento ha meno punti di te. Non sono uno dai facili entusiasmi e mi dico che devo prendere un'altra cernia per essere sicuro. Quando mancano 6 minuti al termine della gara, arrivo nei pressi della zona buona. Ho scelto di puntare sulla cernia più vicina, ma mancano ancora 200 metri circa. Quando arrivo sopra mancano 3 minuti di gara. Ho una sola immersione lunga oppure 2 brevi e veloci. Mi preparo ed inizio la discesa. Appena vicino al fondale, avvisto la grossa cernia direzionarsi veloce in tana. In preparazione, si infilava e poi andava sul lato sinistro, quindi vado da quel lato ben pronto al tiro. Delusione bruciante! la cernia non c’è e allora mentre il cuore batte forte e l’ossigeno diminuisce, mi sposto a destra dove vedo la coda e capisco che la testa è nell’apertura accanto. Devo aggirare tutta la tana e raggiungere l’altra parte per colpirla in modo sicuro, ma ho già le prime contrazioni del diaframma che mi avvertono che sto rischiando troppo. Sentivo il pericolo avvolgersi dentro lo stomaco e salire al cervello bussando forte, per cui decido di risalire sperando di avere il tempo per fare l’ultima e velocissima immersione.

PROSEGUE CON: LA RESA DEI CONTI

 

Forse ti interessa conoscere anche questo:

Manuale di pesca in apnea copertina web

 

TORNA ALL'ELENCO RACCONTI DI GARE

Social Link

Facebook TwitterLinkedin