UN ALTALENA DI EMOZIONI

CAMPIONATO ITALIANO ASSOLUTO DI PESCA IN APNEA, MARSALA 1991.

Parte 3

Racconti tratti dal diario agonistico di Marco Bardi.

INIZIA LA GARA

altalena emozioni 3

Arriva il segnale del giudice di gara, inizia la gara! Ognuno ha una partenza buona e tutti sperano in una gara giornata pescosa. Solo i più esperti hanno fatto i conti con l’imprevedibilità del Biscione. Dove c’è tanto pesce spesso c’è anche tanta corrente. Infatti appena iniziata la gara ci ritroviamo a lottare contro un fiume di corrente che taglia le gambe. La notevole distanza dalla costa rende quasi impossibile ritrovare con precisione le zone scovate in preparazione e molti gommoni girano disperati alla ricerca di qualche soluzione. I più esperti sanno che le mire a terra vanno prese molto accuratamente e soprattutto alla stessa ora della gara, quando c’è la stessa situazione di luce o di foschia che cambiano completamente le prospettive. Poi sono necessari riferimenti sia precisi che in genere sono difficili da vedere che riferimenti meno precisi ma molto evidenti. Solo chi ha gestito bene tali accorgimenti inizia la gara a segnale. Raggiungo il punto dove credo si trovi il mio posto speciale con una certa emozione, poi dopo poco lo trovo e subito lo marco con un pedagno bene zavorrato così posso vedere dove si trova anche quando sono sull’imbarcazione. Mi faccio portare a monte di corrente e mi preparo per immergermi. Se ritrovo quei Faraoni, posso fare un carniere che passerà alla storia. Non sono difficili e sono tanti, me li sono sognati ogni notte. Dopo i primi due tuffi sono già consapevole che i Faraoni hanno cambiato dimora, allora decido di perlustrare in lungo ed in largo l’intera zona, magari si sono spostati di poco! Purtroppo dopo diverse immersioni a vuoto, capisco che devo cambiare posto. Mi sposto verso il centro dell’immensa secca dove i gommoni vanno avanti e indietro, quasi sempre per raccattare i concorrenti che volano via in corrente da un margine all’altro della secca. Sono su una zona di grotto con qualche lastra sui 15 mt di profondità dove ho segnato dei saraghi maggiori grossi. Mi butto 100 metri a monte di corrente e nemmeno ho il tempo di fare 3 respiri che la corrente mi porta oltre la zona. Torno in gommone e calo una boa con 4 kg di piombo per segnare il punto esatto, poi avanzo di 200 metri, infine mi butto e mi preparo in tempi brevi. Grazie a questa organizzazione, cado preciso sulle lastre dove vedo i saraghi. Non mi posso permettere nessun errore perché non c’è il tempo di lavorare sul fondo o di spostarsi anche di poco. Passo rapido ed efficace come un falco in picchiata e colpisco al volo il primo pesce della giornata. Riemergo ben lontano dalla boa che segna la zona e risalgo in gommone. Con la stessa tattica mi cimento in una ritmica andata e ritorno nei pressi di quella boa che affonda sotto il pelo dell’acqua per via della corrente. Grazie ad una grande forma fisica e una precisione chirurgica, catturo una decina di pesci belli con questa gestione accurata. Stanco ma soddisfatto, mi sposto, su un’altra zona ai margini della secca dove ho una grossa cernia sotto ad un ciglio.

CONTINUA CON: GESTIONE QUASI PERFETTA

 

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