Velella velella- Barchetta di San Pietro.

velella 01

Caratteristiche.

Nelle spiagge del mar Mediterraneo è possibile trovare i resti di un animale che a prima vista ricordano dei piccoli pezzi di plastica trasparenti, ebbene, quei “pezzi” erano le vele cartilaginee delle Barchette di San Pietro (dal nome scientifico Velella velella). Sono degli animali appartenenti al gruppo degli Cnidari (di cui fanno parte Anemoni, coralli, meduse) e si distinguono per il fatto di essere trasportati passivamente dai venti (infatti si lascia trasportare come una barca a vela).

Ruolo ecologico.

È un predatore che si ciba di piccoli animali come copepodi, larve di insetto, larve di policheti (vermi dotati di setole) e uova. Da un punto di vista ecologico sono importanti per le immense flotte composte da milioni di individui che sono in grado di influenzare le popolazioni del plancton, poi sono a loro volta cibo di altri animali, come le tartarughe marine. Queste enormi flotte, grazie al trasporto per mezzo del vento e delle correnti, a volte vengono trasportate fino a riva, dove milioni di individui vengono spiaggiati e costituiscono una delle più importanti deposizioni di materiale organico nel mondo naturale e nel riciclo del materiale organico.

Curiosità.

Le colonie compiono simbiosi (associazioni di reciproco aiuto) con delle cellule fotosintetiche chiamate Zooxantelle, le quali gli forniscono i prodotti della fotosintesi (carboidrati) e in cambio ricevono riparo e protezione. La colorazione bluastra è da ricercare nella presenza di una proteina chiamata Astaxantina, usata per proteggersi contro le intense radiazioni solari che le colpiscono mentre galleggiano in mare aperto.

Habitat.

La loro distribuzione è cosmopolita, dalle acque tropicali fino a quelli temperate. Producono piccolissime meduse (grandi solo qualche mm) che nuotano verso i 600-1000 metri di profondità, con il compito di rilasciare cellule, uova e spermatozoi. Dall’unione delle cellule riproduttive nasceranno delle larve, dette “Conarie”, che risaliranno verso la superficie dell’oceano/mare sviluppandosi, ognuna, in un individuo adulto per poi navigare dove porta il vento.

Minacce.

Negli ultimi anni è stato osservato un aumento della frequenza degli spiaggiamenti. L’ipotesi più accreditata sarebbe l’aumento della temperatura globale delle acque che ha causato anche un cambiamento delle correnti predominanti.

 disegno velella

Legenda per il disegno: I dattilozoidi catturano le prede per mezzo di cellule specializzate chiamate Cnidocisti, ovvero cellule contenenti microscopici “arpioni” chiamati Nematocisti. Una volta catturata la preda viene convogliata al gastrozoide centrale. Le Zooxantelle proliferano nel mantello che riveste la parte superiore, presenti anche nella fase medusoide (le macchie verde-giallo sono aggregati di Zooxantelle). I Gonozoidi si occupano della riproduzione.

Realizzato con la collaborazione del dott.

stefano

Stefano Guerrini

 

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