PROBLEMI DI COMPENSAZIONE
La storia è curiosa, ma credo sia simile a tante altre.
Come tutti ho iniziato ad immergermi in basso fondale scontrandomi subito con la pressione che mi faceva dolore sui timpani, ma non sapevo nemmeno il perché. Subito mi si infiammarono i timpani e il dolore continuò anche a terra per qualche giorno. All'inizio credevo che ero io ad avere un difetto, ma grazie all'aiuto di un sub più esperto, mi resi conto di quale era il problema e come potevo risolverlo. Così iniziai ad apprendere le prime e rudimentali manovre di compensazione che a raccontarle oggi ci sarebbe da scandalizzarsi. Non c’erano corsi o didattiche per cui imparai con la vecchia scuola della pratica a tentativi. Facevo fatica, si stappava un solo orecchio e sentivo rumori tremendi, ma non capivo i motivi.
Poi tutto cambiò.
Avevo iniziato a fare le prime competizioni e mi ero subito appassionato, tanto che decisi di ottenere la licenza sportiva. La visita di allora come quella di oggi, prevedeva anche la visita specialistica Otorino. Quella mattina entrai nello studio con la fretta di ottenere il passaporto sportivo. L’otorino mi trattenne e faceva strane visite, poi ad un certo punto mi disse: “Mi dispiace giovanotto, ma non posso darti l’idoneità perché tu sei un soggetto troppo a rischio e credo che non potrai più praticare apnea! Hai un problema nella confermazione dei canali dove passa l’aria per raggiungere l’orecchio interno, che non consente il regolare passaggio dell'aria e rischi la rottura del timpano.
Mi crollò il mondo addosso, non solo per la mancata idoneità, ma anche perché la mia passione appena sbocciata rischiava di appassire per sempre. Dopo qualche giorno iniziai un calvario di visite, di consultazioni, di consigli strappati ai subacquei più esperti. Mi resi conto subito che c’erano molte contraddizioni tra i subacquei e gli otorini. I primi dicevano che più vai in acqua e meglio compensi e che i problemi li hanno più o meno tutti, gli altri invece avevano un atteggiamento di forte precauzione come è naturale che sia. Poi un medico iperbarico subacqueo, mi spiegò in modo più preciso quello che poi si è manifestato nel mio caso. Mi disse che in effetti il problema lo avevo, ma non era detto che mi avrebbe precluso per sempre l’attività. Avrei dovuto stare più attento di altri e trovare degli aggiustamenti. Mi spiegò che dovevo fare attenzione a mantenere sempre i canali più puliti e meno irritati possibile. Mi spiegò che era meglio compensare spesso e prima di sentire il dolore acuto e che la fissazione di compensare poche volte per avere un apnea migliore era una bufala. Mi disse poi che non avrei mai potuto scendere velocemente come altri che compensavano con più semplicità, ma poteva portare vantaggi tecnici. Mi consigliò di imparare bene la compensazione per facilitarla. Insomma mi dette delle soluzioni che mi fecero vedere un importante spiraglio.
Lavorai su tutte le indicazioni e tornai in acqua facendo attenzione a non forzare, a compensare più spesso e a scendere lentamente. Dopo poco avevo capito che andava meglio di quanto pensavo e i problemi sembravano risolti. Ogni tanto però mi si infiammava un timpano e sempre dallo stesso medico iperbarico mi feci suggerire delle gocce otologiche specifiche che mi facevano stare bene dopo poco.
L'anno successivo feci di nuovo le visite mediche e stavolta da un otorino diverso, che mi dette l’idoneità. Nel tempo poi imparando alcuni accorgimenti mi ritrovai in una condizione buona. Se invece non stavo attento arrivavano subito i problemi. Ho fatto anche io i miei tipici errori di tentare soluzioni affascinanti, ma ho capito che non ne valeva la pena. Ho dovuto fare attenzione quando andavo più giorni consecutivi perché mi si infiammavano i timpani a causa dei miei limiti e a causa di qualche mancanza di attenzioni, ma ho imparato ad avere IL TIMPANO IN FORMA.
Nel tempo ho capito che la paura iniziale che compensare spesso diminuisce l’apnea, si era rivelata infondata, anzi non cambiava niente. La mano fissa sul naso e il fatto di compensare ogni 2 metri, non mi hanno mai permesso di andare veloce, ma sono riuscito ugualmente a scendere profondo e avere prestazioni eccellenti. All’inizio ero convinto che il rumore dei miei timpani impauriva i pesci, poi ho capito che a loro di quei rumori non interessa niente, era la velocità e l'ansia della compensazione che li impauriva.
Ho capito che quando i pesci schizzavano via era perché avevo la zavorra sbagliata e rovinavo sul fondo in modo scomposto, oppure avevo un atteggiamento aggressivo. Le prime volte che ho raggiunto profondità estreme, ho accusato una grande fatica nella compensazione tanto che credevo di essere giunto al mio limite, poi lavorandoci con attenzione e imparando i motivi, sono migliorato e alla fine ho superato molte barriere.
Il mio consiglio è di approfondire con un bravo Istruttore tutta la materia - gli allenamenti e le metodologie e per chi invece ha interesse solo a compensare in modo facile, di guardare il video qui sotto:
IL TIMPANO IN FORMA è indispensabile.