IL FREDDO IN ACQUA

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Il freddo nelle attività subacquee in apnea è spesso la causa che induce a ridurre l’attività. Si manifestano un calo di concentrazione, un calo di prestazione, una crescente voglia di uscire dall’acqua. Spesso il freddo si percepisce in tutto il corpo, ma alcune persone lo soffrono maggiormente nelle mani o nei piedi. Vediamo cosa può aiutare a combattere il freddo in acqua o meglio ancora a gestirlo.

IL FREDDO AL CORPO condiziona molti praticanti che tendono a immergersi con mute di limitato spessore per non avere abbondante zavorra, ma spesso resistono per poco tempo e soffrono pur di usare poca zavorra. Come sappiamo più aumenta lo spessore della muta da sub più aumenta il galleggiamento – per cui si deve aumentare la zavorra per riequilibrare l’assetto. L’ERRORE che commettono in molti è quello di soffrire il freddo pur di non aumentare lo spessore della muta, ma come dice un vecchio proverbio, al caldo si fa tutto bene, ma al freddo si sbaglia tutto. Non è proprio tassativo, ma si avvicina molto alla realtà. Chi ha freddo, di solito sbaglia molto, resiste poco ed è molto deconcentrato. Quindi perché non mettere qualche kg in più di zavorra e una muta più adeguata? Oppure aggiungere un sottomuta tecnico che aiuta a limitare il freddo? Perché c’è la fissazione che meno zavorra si utilizza e più si va profondi, meno neoprene si ha nella zona toracica e meglio si respira, ma non è proprio corretto. Il metodo di respirazione fa più differenza del neoprene. Poi se ci si prepara con il freddo in corpo riduciamo molto l’apnea. Pertanto l’ideale sarebbe proteggersi in modo adeguato anche se aumenta la fatica di vincere il galleggiamento e di risalire con maggiore zavorra. Ovviamente tutto ha un limite e l’ideale è trovare il giusto equilibrio. Nel video a fine articolo ti spiego come mi comporto e come lo risolvo.

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IL FREDDO AI PIEDI è davvero fastidioso e quasi sempre è la causa tra la scarsa protezione o l’errata configurazione tra pinna e calzare. Quando l’attività è prolungata il “torpore” ai piedi rimane a lungo ed è davvero fastidioso.

Vediamo quali sono le soluzioni più semplici ed efficaci per risolvere questi problemi. Il piede va protetto in base al periodo e alla durata dell’attività. Non tutti abbiamo le stesse caratteristiche o le stesse esigenze per cui non esiste uno spessore standard ideale. Nel mio caso e nelle mie zone, utilizzo un calzare da 1.5 mm con l’acqua da 16° a salire poi quando scende sotto, lo sostituisco con un calzare da 3mm e solo nei casi invernali se l’acqua scende sotto i 12° passo al 5mm. È inevitabile che cambiando gli spessori dei calzari, di conseguenza cambia la calzata della scarpetta. Nel mio caso uso la stessa scarpetta con il calzare da 1.5 e da 3mm, ma con quello da 1.5 inserisco nella scarpetta uno specifico plantare per ridurre lo spazio morto, migliorare la pinneggiata e limitare i crampi. Poi quando passo al calzare da 3mm, estraggo il plantare così creo più spazio e il piede alloggia comodo. Invece quando passo al calzare da 5mm devo proprio cambiare scarpetta con una numerazione più alta, altrimenti il piede sarebbe “stretto”. Infatti è molto importante che il piede sia comodo nella scarpetta, ma al tempo stesso abbia meno spazi morti, quindi siamo noi che dobbiamo trovare la soluzione ideale e non come si crede aumentare solo lo spessore del calzare. Inoltre una cosa importante è trovare la giusta misura del calzare perché anche in questo caso se è stretto limita la circolazione, se è largo si ha un elevato ricircolo di acqua. La calzata giusta è quando non si hanno sacche di aria ma nemmeno punti dove è stretto o corto sulla punta delle dita. Infatti prediligo quei calzari che hanno la forma del destro e sinistro proprio per favorire una migliore vestizione e ovviamente hanno un taglio anatomico e moderno. Un accorgimento che utilizzo con piacere nei momenti più freddi è quello di lasciare sempre un poco di acqua tiepida in un termos e poi quando esco dall’acqua ed ho i piedi freddi, verso dentro il calzare una piccola quantità di acqua e ce la tengo 2 minuti prima di toglierlo. Il piede si riprende subito e ancora mi ricordo la prima volta che utilizzai questo sistema, mi dissi: ma come mai non ci avevi pensato prima? Guarda nel video come lo faccio per capire meglio.

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IL FREDDO ALLE MANI proprio come quello ai piedi è altrettanto fastidioso. Anche in questo caso prediligo guanti che non sono stretti, ma comodi e che al tempo stesso non creano ricircolo di acqua perché ho capito che il primo problema è proprio nella circolazione del sangue in queste estremità del corpo. Inoltre per ed evitare di mantenere a lungo una posizione scomoda della mano, mi sono abituato ad usare un paio di accorgimenti che aiutano ad avere meno freddo ed avere una mano più pronta. Appena risalgo passo il fucile dalla destra alla sinistra e lo mantengo con l'altra mano fino a quando non mi immergo di nuovo. Negli spostamenti in superficie, ogni tanto lascio il fucile alla boa e mi sposto nuotando con le braccia e così facendo si stimola la circolazione fino alle mani e svanisce in poco tempo il freddo.

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