ROMPERE IL FIATO
Mi chiamo Jacopo e quando mi immergo, ho sempre il problema di faticare per lungo tempo, poi ad un certo punto inizio a stare meglio e mi sembra di rompere il fiato. La mia apnea aumenta e mi sento meglio anche come concentrazione. Puoi spiegarmi da cosa dipende?
Ciao Jacopo puoi stare sereno perché accade a tutti, ma ad alcuni con minori fastidi e con tempi più rapidi. Mentre scopriremo in breve cosa accade, ti spiego anche pro e contro.
Ci sono alcuni elementi responsabili e tra i più importanti troviamo:
L’ORGANISMO SI RIFIUTA verso qualcosa che non è abituale, ovvero che siamo in immersione a testa in giù o in posizioni anomale e in un ambiente con differente temperatura e pressione. Questo comporta un cambiamento non indifferente che a sua volta causa un aumento dello stress fisiologico e mentale.
LA DIGESTIONE INCIDE sul rendimento fisico e atletico perché durante la digestione il sangue viene sottratto dalla periferia verso l’apparato digerente, per aiutarlo, per cui e c’è minore ossigenazione dei muscoli e di conseguenza si accusa maggiore fatica. Fino a quando non termina la digestione si avrà quindi la sensazione di fare apnea con il freno tirato, poi appena ci liberiamo si ha uno slancio per via della migliore ossigenazione dei tessuti. C’è da valutare che chi pratica con regolarità, rompe prima il fiato di chi pratica in modo saltuario. E’ stato stabilito che praticare con regolarità aiuta a diminuire i tempi per stare bene e riduce la % di sofferenza iniziale.
LA MILZA È UN SERBATOIO di globuli rossi e quando c’è necessità di più ossigeno si comprime per rifornire un debito causato da altri sforzi. La minore ossigenazione dei tessuti, causa un maggiore lavoro della milza che si chiama spremitura della milza che causa a sua volta un affaticaento. Anche in questo caso praticare con regolarità abitua la milza a questo lavoro e riducendo quindi la sofferenza iniziale e i tempi per arrivare a stare bene.
LA MENTE SI DEVE ABITUARE alle nuove condizioni. In media il consumo di ossigeno della mente (non accettazione della fatica, stress generale, ansia) prima di rompere il fiato è circa il 50% circa del totale. Con l’allenamento e una pratica regolare, si arriva a circa il 20% o anche meno a seconda dei casi. Pertanto anche per questo motivo praticare con regolarità favorisce un minore consumo iniziale e riduce i tempi per arrivare a stare bene.
LA GRADUALITA’ DEL GESTO è importante per abituare i processi metabolici e fisiologici durante lo sforzo. Se si inizia l’attività facendo subito fatica, si attiva un processo negativo che porterà a faticare per tutto il tempo. Se invece si inizia gradualmente con uno sforzo minimo, tipo poca profondità e apnea limitata, poi gradualmente si incrementa, l’organismo reagisce meglio e favorisce tutto quanto sopra descritto, per cui si ha un vantaggio notevole sia come riduzione del tempo per rompere il fiato che come condizione di serenità mentale e fisica che portano ad un aumento dei tempi di apnea, ma anche di una prestazione più duratura nel tempo.
IN CONCLUSIONE è normale faticare fino a quando non si “rompe il fiato” ma evitando cibi difficili da digerire, praticando con regolarità e meglio ancora con un allenamento costante, abituare l’organismo ad adattarsi ai cambi di pressione e di temperatura e infine iniziare piano per incrementare un poco alla volta, sono tutte buone abitudini che permettono di ridurre il tempo che serve a rompere il fiato e danno anche il vantaggio di migliorare l'apnea.
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