LA RESPIRAZIONE IN USCITA
chiamato anche protocollo di uscita in apnea - è fondamentale per riprendere il respiro nel modo corretto dopo una immersione e allontanare il rischio di un black out. L’apnea all’interno dell’organismo non termina appena la testa esce fuori dall’acqua, ma continua anche durante la prima respirazione fino a quando non arriva sufficiente pressione di ossigeno al cervello e solo a quel punto si può considerare terminata l’apnea. Infatti tra i consigli di sicurezza c’è quello di controllare il compagno riemerso per almeno 20 secondi dopo che ha ripreso la respirazione e al tempo stesso per chi ha fatto apnea c'è il consiglio di non fare movimenti inutili o sforzi fino a 20 secondi dopo avere ripreso il respiro.
La prima cosa spontanea dopo una apnea impegnativa è quella di buttare fuori tutta l’aria per prepararsi ad un nuovo respiro. In pratica viene effettuato un notevole sforzo per espirare completamente e si allunga il tempo per ricreare una pressione utile di Ossigeno. L’obiettivo infatti è quello di creare prima possibile una nuova pressione di ossigeno per il cervello, che a quel punto torna a inviare segnali di proseguire con il respiro e non al contrario di staccare la spina con un black out per preservare il minimo ossigeno rimasto. Nei film dove una persona resta a lungo sott’acqua, non appena emerge, butta fuori tanta aria e ne prende altrettanta con un enorme sforzo, ma nei film si cerca l’effetto mentre nella realtà è sbagliato e pericoloso. Secondo tutti gli ultimi studi il sistema di respirare in uscita è totalmente diverso.
Si chiama BREATH HOOK o compressioni il metodo più consigliato al giorno d’oggi in quanto è stato comprovato da ricerche scientifiche e viene utilizzato da quasi tutti i migliori atleti di apnea e di pesca in apnea. In pratica consiste nel buttare fuori poca aria per non abbassare la pressione di ossigeno e concentrarsi soprattutto nel prendere nuova aria proprio per creare al tempo stesso una maggiore pressione di ossigeno. L’aria va buttata fuori senza sforzo e lasciata andare in quantità media, ma soprattutto va presa non a bocca aperta rischiando la chiusura della glottide – ma come se abbiamo una grossa cannuccia in bocca in modo che il palato non possa bloccare l’entrata di aria e al tempo stesso se proveremeo ci renderemo conto che l'aria entra in quantità maggiore. Provate adesso a prendere tanta aria a bocca totalmente aperta e subito dopo a prenderla di nuovo come se ci fosse una grande cannuccia in bocca (vedi foto qui sopra). Questo favorisce una migliore pressione di O2 anche se non abbiamo svuotato completamente l’aria vecchia. Il vantaggio è proprio questo – ovvero aumentare prima possibile la pressione dell’ossigeno per poi ripulire l'aria vecchia con una regolare respirazione. Questa manovra si effettua di solito con 3-4 compressioni meglio senza l’aeratore in bocca con il quale sarebbe tutto più complicato, poi dopo le compressioni si rimette l’aeratore e si torna a respirare normalmente cercando di rilassarsi invece di fare movimenti inutili.
Se vuoi approfondire l'argomento che è molto ampio, ti consiglio il MANUALE DI PESCA IN APNEA che in realtà è un CORSO DI PESCA IN APNEA da leggere e ti darà il vantaggio di seguire un percorso preciso senza mescolare le molteplici informazioni e interpretazioni che portano spesso fuori strada.