LA RISALITA IN APNEA
è la parte finale dell’immersione ma non per questo meno importante perché basta inclinare la testa per guardare verso l’alto, per creare un freno e al tempo stesso limitare il passaggio del sangue dall’arteria sul collo per cui si limita anche il passaggio di O2 verso il cervello, per cui un doppio errore.
Basta pinneggiare in modo poco adatto per consumare molto di più e non ottenere la spinta ideale. Le braccia vanno mantenute aderenti al corpo e rilassate senza allargare la porzione delle spalle. Molti non si accorgono ma muovono le braccia e allargano le spalle creando maggiore attrito e minore rilassamento per cui aumentano i consumi.
Non appena si avverte il cambiamento tra l’affondamento e la spinta di galleggiamento, si rallenta gradualmente la pinneggiata per lasciarsi trasportare verso l’alto senza fatica. A leggerlo sembra tutto facile ma non lo è affatto perché va raggiunta una certa sensibilità nel gestire la pinneggiata – nel mantenere una posizione idrodinamica del corpo e nel percepire la differenza tra fase in cui si affonda (negativa) e fase in cui si galleggia (positiva) – Naturalmente si imparerà con l’abitudine e l’addestramento a percepire tutto questo.
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