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SQUALI PERICOLOSI & MOLTO ALTRO

Basta nominare SQUALO per pensare subito ad un animale famelico e divoratore di uomini. Se poi ci si immerge nel blu, la sensazione è ancora più intensa. Il mare aperto incute terrore fin dall’antichità e nel periodo moderno alcuni film con gli squali, hanno condizionato l’inconscio di molte persone.

TIGRE

Paradossalmente lo squalo dovrebbe stare al vertice della catena alimentare e invece cede il primato all’uomo, perché il rapporto è imparziale. Le uccisioni di squali da parte dell’uomo sono valutate in circa 100 milioni di esemplari ogni anno, anche se il numero va diminuendo, mentre gli attacchi mortali documentati di squali verso l'uomo, sono circa 5 all’anno in tutto il mondo. Sono molte di più le morti per aggressioni da cani domestici e questo fa riflettere.

COME SI COMPORTA LO SQUALO:

In genere il morso di uno squalo è esplorativo perché ha la necessità di accertarsi di cosa si tratta, quindi di solito non attacca in modo diretto. Ciò non significa che è certo l’allontanamento, ma ci sono buone probabilità.

LE PRINCIPALI SPECIE PERICOLOSE:

Va premesso che se andiamo a cercare sul web quante sono le specie pericolose, rischiamo di trovarne un numero superiore alla realtà, perché spesso vengono considerate pericolose anche specie che sono solo “Potenzialmente Pericolose” ovvero che potrebbero attaccare l’uomo o lo hanno fatto, ma solo perché c’erano condizioni particolari che andavano a sollecitare la loro aggressività.

 

 

SQUALO BIANCO

IL GRANDE SQUALO BIANCO (Carcharodon carcharias) è senza dubbio il più famoso. Intorno a questo grande squalo circolano molte storie anche in Mediterraneo, ma poche sono documentate. Queste storie  sono spesso considerate come il frutto della fantasia o di altri interessi. Si può confermare che dal 1940 in poi - sono stati catturati alcuni esemplari di squalo bianco in Mediterraneo documentati da vecchie foto in bianco e nero, ma negli ultimi 30 anni la cattura di questa specie è notevolmente diminuita fino quasi ad annullarsi.

 

TIGRE

LO SQUALO TIGRE (Galeocerdo cuvier) è una specie territoriale il cui nome evoca senza dubbio una certa  preoccupazione ed infatti è uno squalo imprevedibile che mangia di tutto quando è affamato. Conosciuto dai marinai di ogni epoca è sempre stato il terrore dei mari. Non è presente in Mediterraneo anche se qualche segnalazione è stata fatta, ma dato che si tratta di pochi casi, confusi e non dimostrati, si ritiene sia il frutto della fantasia o della non conoscenza della specie.

 

LEUCA

LO SQUALO LEUCA (Carcharhinus leucas) è quello che più si avvicina alle coste, ma al momento non ci sono mai state segnalazioni documentate di avvistamenti nel Mediterraneo, mentre negli Oceani ci sono state nel corso dell’ultimo secolo circa 20 aggressioni documentate.

 

 

LONGIMANUS

LO SQUALO LONGIMANUS (Carcharhinus longimanus) è una specie che vive in oceano molto al largo e la sua fama la deve all’aggressione di naufraghi specialmente durante la 2° guerra mondiale, ma sempre in mezzo all’oceano e in condizioni “particolari” con sangue e detriti dei resti di navi. Sono poche le segnalazioni di attacchi diretti nel corso dei decenni. Non vive in Mediterraneo perché preferisce acque costantemente temperate e profonde.

 

MAKO

LO SQUALO MAKO (Isurus oxyrinchus) vive quasi esclusivamente in oceano anche se negli ultimi decenni ci sono stati alcuni avvistamenti documentati in Mediterraneo. Può raggiungere i 4 metri ed ha una dentatura micidiale, inoltre è molto dinamico e può percorrere ampie distanze in poco tempo e fare balzi fuori dall’acqua anche di alcuni metri. Gli attacchi documentati sono pochi.

 

MARTELLO

LO SQUALO MARTELLO: (Sphyrnidae) ha registrato rari attacchi all’uomo, ma trattandosi di una specie che vive in branchi numerosi e con dimensioni di tutto rispetto, va spesso a collocarsi tra quelli in evidenza. È presente solo nel sud del Mediterraneo. Molti subacquei hanno nuotato in mezzo a branchi di squalo martello filmandoli in affascinanti caroselli.

 

verdesca

LO SQUALO AZZURRO O VERDESCA (Prionace glauca) è tra i più presenti in Mediterraneo tra quelli considerati pericolosi, ma va contestualizzato perché nei rari casi di attacchi, c’è sempre stato qualcosa che stimolava l’aggressione, come sangue – pasture – oggetti luccicanti in movimento, che sembrano pesci in fuga. Di solito è raro che si faccia anche solo avvicinare. Inoltre è sempre più ricercato dalla pesca professionale e non vive un periodo di prosperità.

Guarda qui il video dove racconto il mio incontro con le verdesche.

MINACCE PER GLI SQUALI:

Se qualche decennio fa l’incontro era difficile ma possibile, negli ultimi anni è diventato raro anche nelle zone più ideali. In questo ultimo periodo, alcune specie hanno perso più del 80% dei loro individui. Tra le cause principali la pesca eccessiva, dove l’Italia rappresenta uno dei maggiori consumatori mondiali di carne di squalo che spesso mescolata insieme ad altri pesci o veduta come altra specie. Il commercio illegale delle pinne considerate come un potente afrodisiaco, ha aumentato la richiesta. Inoltre, il crescente inquinamento, con nano plastiche e metalli pesanti sta accrescendo il pericolo di estinzione.

COME COMPORTARSI SE SI INCONTRA UNO SQUALO:

Il consiglio più conosciuto è di stare fermi per non eccitarlo, ma in realtà senza la dovuta esperienza non è affatto facile, ad ogni modo più si resta calmi evitando fughe, urla o gesti rapidi e meglio sarà. Se si dispone di qualcosa di plastica o metallo portiamolo davanti a noi e quando lo squalo verrà ad esplorare, è probabile che abbandona l'interesse.

SQUALI DEL MEDITERRANEO:

Premesso che molti avvistamenti di squali nel mare Nostrum si sono poi dimostrati delfini che solcavano le acque, oppure squali innocui, nel Mediterraneo vivono circa 45 specie di squali, quasi tutti non pericolosi. Due specie raggiungono dimensioni notevoli: lo squalo elefante che può arrivare a circa 10 metri di lunghezza e lo squalo volpe che può arrivare a circa 6 metri. Entrambi non attaccano l’uomo e si nutrono soprattutto di plancton e piccoli organismi, per cui non sono considerati pericolosi. Comunque tra i più famosi troviamo:

  1. BIANCO (Carcharodon carcharias)
  2. MAKO (Isurus oxyrinchus)
  3. VERDESCA (Prionace glauca)
  4. MARTELLO (Sphyrnidae)
  5. GRIGIO (Carcharhinus plumbeus)
  6. SPINAROLO (Squalus acanthias
  7. PALOMBO (Mustelus spp.)
  8. VOLPE (Alopias vulpinus)
  9. ELEFANTE (Cetorhinus maximus)
  10. SMERIGLIO (Lamna nasus) 

IN CONCLUSIONE:

Non è difficile comprendere come la loro presenza sia fondamentale per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi e come la loro fama di mangiatori di uomini sia eccessiva. Sono invece necessarie misure di protezione degli habitat, una nuova cultura sull’inquinamento che in Mediterraneo assume una importanza cruciale per tutto l’ecosistema marino, una nuova regolamentazione della pesca e del commercio e infine la più importante di tutte: ovvero aumentare la consapevolezza nelle persone, sulla realtà attorno agli squali.

Personalmente mi immergo da molti anni in tutti i mari del mondo e li ho incontrati diverse volte, di un po' tutte le specie, ma ho sempre fatto fatica anche solo a fotografarli. Invece sembra strano ma è vero, ci sono più pericoli sott'acqua con animali e organismi apparentemente banali e frequenti, continua a seguire le schede e capirai.

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Realizzato con la collaborazione del dott.

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AMBIENTE MARINO

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I paguri.

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Caratteristiche

I paguri sono animali appartenenti al gruppo dei crostacei (ne fanno parte i balani, granchi, gamberi ecc) e si contraddistinguono per una peculiarità: la parte posteriore del loro corpo è molto vulnerabile, per questa ragione i paguri usano i gusci abbandonati per proteggersi da predatori e dalle variazioni di temperatura.

Ruolo ecologico

I paguri rivestono un ruolo importante come saprofagi (mangiatori di carcasse e materia organica morta), inoltre possono diventare cibo per altri organismi. Il loro stile di vita strettamente associato ai gusci di lumache marine, impedisce il seppellimento di quest’ultimi, favorendo al contempo la proliferazione e l’abbondanza di organismi capaci di usare i gusci come micro-habitat.

Curiosità

I paguri non scelgono i loro gusci in cui dimorare in modo casuale; infatti, usano tutti i sensi a loro disposizione per scegliere il miglior guscio. Il primo senso usato è la vista, poi il tatto (manipolano il guscio con le chele e ne provano la misura con le altre zampe) e il CHEMIOSENSO (usando le antenne sono in grado di capire la quantità di Calcio). Inoltre, scelgono i gusci in base a molti criteri, quali lo stadio di crescita, sesso, la condizione del guscio e la specie di appartenenza di quest’ultimo (possono dimostrare una certa preferenza per alcune specie di lumache rispetto ad altre).

I gusci vengono usati anche nel corteggiamento per trovare possibili partner sessuali, infatti, i gusci segnalano le condizioni del maschio, e le femmine scelgono in base alle caratteristiche del guscio.

I paguri sono coinvolti in associazioni simbiotiche con altri organismi, tra i quali il più conosciuto è l’associazione paguro-anemone di mare, dove il paguro offre un substrato duro dove ancorarsi e un accesso più agevole a ossigeno e cibo, in cambio l’anemone offre protezione dai predatori (come polpi e granchi) grazie ai suoi tentacoli urticanti.

Habitat

La maggior parte delle specie vive nel fondo delle acque marine, tranne alcune specie che vivono nelle acque dolci e sulla terraferma (sempre vicini al mare)

Minacce

I paguri sono minacciati da molteplici fattori scaturiti dall’inquinamento e dal riscaldamento globale. Fattori quali l’acidificazione degli oceani, l’eutroficazione delle acque (esposizione a tossine prodotte da massicce quantità di alghe) disturbano l’acquisizione delle informazioni chimiche per la scelta del guscio, mentre l’inquinamento da metalli pesanti (piombo, cadmio, zinco, rame ecc.) accelerano il metabolismo dei paguri, aumentando il fabbisogno di cibo con la conseguenza di cambiarne il comportamento facendoli diventare più temerari, quindi più esposti ai predatori. L’inquinamento da plastica sta producendo danni e cambiamenti nello stile di vita dei paguri; le microplastiche causano danni fisiologici e ne alterano l’olfatto (usato nella scelta del guscio) e la grande diffusione delle macroplastiche sta spingendo i paguri a scegliere i detriti in quantità maggiore rispetto ai gusci delle lumache. Le ragioni per spiegare tale comportamento si trovano nella facilità del ritrovamento dei rifiuti e la quantità sempre minore dei gusci naturali. Inoltre, la scelta dei detriti di plastica come protezione porta a un cambiamento nella scelta dei futuri partner sessuali, favorendo maschi con scarsa qualità genetica.

GUARDA IL BREVE VIDEO DI UN PAGURO

 

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Le anemoni di mare.

Caratteristiche.

Le anemoni di mare comprendono un gruppo di organismi appartenenti agli Cnidari (ne fanno parte le meduse, i coralli, il polmone di mare, la barchetta di san Pietro e la Cassiopea). Si distinguono per lo stile di vita sessile, per la capacità di staccarsi dalle superfici e per i lunghi tentacoli provvisti di cellule urticanti (contenenti tossine) usate per ghermire le prede. Attualmente, sono state scoperte dalla scienza circa 9.400 specie.

Pericolosità per l’uomo.

Nonostante le specie che abitano nel mar Mediterraneo non siano letali per l’uomo, si raccomanda comunque l’uso di protezioni se ci si immerge in zone popolate da anemoni e di evitare comunque ogni forma di contatto fisico.

Ruolo ecologico

Svolgono il ruolo ecologico di predatori (nutrendosi di pesci, molluschi, crostacei). Inoltre, sono importanti per le numerose relazioni simbiotiche con altri organismi: Sono in micro simbiosi con le alghe che forniscono energia e ossigeno all’anemone per via dell’attività fotosintetica, mentre quest’ultima offre un luogo protetto ed elementi nutritivi come fosforo, azoto e zolfo. Sono in macro simbiosi con i pesci che usano l’anemone come riparo e luogo sicuro dove deporre le uova, in cambio l’anemone riceve azoto, fosforo e altri composti di scarto che verranno usati per sostenere le alghe simbiotiche. Il paguro ad esempio, riceve dall’anemone protezione dai predatori mentre l’anemone sfrutta il substrato mobile che gli permette di catturare più cibo.

Le tossine prodotte da un anemone svolgono anche altre funzioni come:

il riconoscimento dei simbionti che usano queste sostanze chimiche per identificare le anemoni;

per creare più spazio abitabile, inibendo la crescita di altri organismi sessili nelle vicinanze;

segnalare la presenza di predatori: quando un predatore ha mangiato un pezzo dell’anemone, quest’ultimo trasporterà con sé le tossine che agiranno come feromoni che allerteranno altre anemoni.

Curiosità.

Le tossine prodotte dalle anemoni di mare sono usate come possibili rimedi a diverse malattie, infatti diversi studi hanno dimostrato i benefici come antinfiammatori, neuroprotettivi (possibile uso contro il morbo di Alzheimer) e per la cura del cancro.

La capacità dei pesci simbionti di non essere uccisi dai tentacoli dell’anemone è dovuta al muco protettivo del pesce che garantisce una “mimetizzazione chimica” grazie alla produzione di sostanze chimiche simili a quelle dell’anemone, garantendo al simbionte l’immunità. Anche la flora batterica del pesce diventa simile a quella dell’anemone.

Secondo alcuni studi, le anemoni sono capaci di abilità cognitive, come formare memorie e associazioni.

Habitat.

Le anemoni si trovano nelle aree costiere di tutto il mondo, dalle barriere coralline fino ai fondali più profondi. La maggior parte delle specie si aggrappa su superfici dure, mentre alcune su superfici soffici (sabbia e fango).

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La più comune lungo i fondali costieri Mediterranei è ANEMONIA sulcata chiamata anche Capelli di Serpe.

Minacce.

Il cambiamento climatico, l’acidificazione degli oceani (che impatta negativamente sul riconoscimento delle tossine da parte dei futuri simbionti, la distruzione degli habitat (la pesca a strascico e l’ancoraggio), l’inquinamento delle acque (scarichi industriali, immissione di metalli pesanti che causano danni al DNA) e il commercio di anemoni (da parte dell’industria degli acquari e la mancata tutela da parte delle legislazioni internazionali) costituiscono dei pericoli per gli anemoni e per tutti gli organismi da cui ne dipendono.

 

GUARDA IL BREVE VIDEO DI UN ANEMONE

 

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Cancro (segno zodiacale di pesca)

Dal 22 giugno al 22 luglio: Segno del sentimento e della sensibilità che porta a scegliere luoghi sicuri piuttosto che splendidi, ma rischiosi. Ha uno spiccato senso di protezione verso il proprio nucleo familiare e la sua proprietà. Ha comunque un carattere riservato e tende a nascondersi di fronte a chi non conosce. Vigoroso e mai domo lotta fino all’ultima briciola di energia. La sua timidezza può indurre a sfoderare un'inconsueta aggressività.

46 CERNIA BRUNA

AFFINITA: Cernia (Epinephelus) che preferisce luoghi sicuri dove scomparire in tana. Protettiva fino alla morte nei confronti della sua dimora. Può allontanarsi anche di molto, ma ritorna sempre nella sua tana. Gli piace il sole alto e la luce intensa sul fondale. Ha una forza incredibile e lotta all’ultima briciola di energia. Da metà giugno a metà luglio è il periodo migliore per incontrare qualche cernia.

 

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